'vendemmia' house

2006
selva

L’edificio si lega con questo territorio: nasce su un pendio di una collina attorno alla coltivazione dell’uva Garganega e serve ad ospitare i momenti conviviali della vendemmia e le varie fasi di cura del vino.

La struttura dell’edificio si compone di una parte ‘pesante’ che si incastra sulla pendenza del terreno, con una compenetrazione di materiali per cui la roccia basaltica nera del sito diventa materiale da costruzione.

Interpretazione innovativa di una tecnica costruttiva tradizionale

La copertura su questa solida base connessa al terreno utilizza una tecnica costruttiva tradizionale, che impiega legno, tavelle e coppi in cotto, rielaborata in modo innovativo. 
La struttura ha travi principali sagomate in legno lamellare che avvolgono interamente l’edificio, una orditura secondaria in metallo, e tavelle in laterizio pieno con passo di 60 cm, prodotte appositamente.

Un sipario permeabile verso il paesaggio

La struttura di copertura verso valle appoggia su colonne in cemento, mentre i pannelli che compongono la facciata scorrono in modo indipendente e funzionano come un sipario permeabile verso il paesaggio. Sono schermi che permettono un controllo mutevole sia della vista che della luce naturale: le superfici vetrate, protette da lamelle in legno orientabili e richiudibili a pacchetto, circoscrivono lo spazio interno lasciando filtrare i raggi solari.

Una ricerca di integrazione e un legame con il territorio

Come dall’edificio si domina il paesaggio, altrettanto la sua presenza è percepita da chi vive le colline adiacenti; questa consapevolezza porta ad una ricerca di qualità e coerenza perché la costruzione contemporanea si integri armoniosamente con il territorio. 
Formalmente l’edificio è semplice e compatto, l’elemento caratterizzante è il legno di cedro utilizzato per la facciata. Il materiale lasciato senza protezione si trasforma nel tempo assumendo quel colore argenteo tipico del legno ossidato del paesaggio viticolo.

 

client

private

design team

G. Traverso, P. Vighy
A. Cipriano

photo credits

Claudio Navone

diagrams

Salottobuono